Nuova Riveduta:

Genesi 32:11

Liberami, ti prego, dalle mani di mio fratello, dalle mani di Esaù, perché io ho paura di lui e temo che venga e mi assalga, non risparmiando né madre né figli.

C.E.I.:

Genesi 32:11

io sono indegno di tutta la benevolenza e di tutta la fedeltà che hai usato verso il tuo servo. Con il mio bastone soltanto avevo passato questo Giordano e ora sono divenuto tale da formare due accampamenti.

Nuova Diodati:

Genesi 32:11

Liberami, ti prego, dalle mani di mio fratello, dalle mani di Esaù, perché io ho paura di lui e temo che egli venga ad attaccarmi, non risparmiando né madri né bambini.

Riveduta 2020:

Genesi 32:11

Liberami, ti prego, dalle mani di mio fratello, dalle mani di Esaù; perché io ho paura di lui e temo che venga e mi assalga, non risparmiando né madri né bambini.

La Parola è Vita:

Genesi 32:11

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Genesi 32:11

Liberami, ti prego, dalle mani di mio fratello, dalle mani di Esaù; perché io ho paura di lui e temo che venga e mi dia addosso, non risparmiando né madre né bambini.

Ricciotti:

Genesi 32:11

Liberami dalle mani del mio fratello Esaù, che non abbia a venire, ed uccidere madri e figli, ch'io molto lo temo.

Tintori:

Genesi 32:11

Ma liberami dalle mani di mio fratello Esaù, perchè io temo fortemente che egli venga ad uccidere madre e figlioli.

Martini:

Genesi 32:11

Liberami dalle mani di mio fratello Esaù, perocché io lo temo forte, che in arrivando non uccida madre, e figliuoli.

Diodati:

Genesi 32:11

Liberami, ti prego, dalle mani del mio fratello, dalle mani di Esaù; perciocchè io temo di lui, che talora egli non venga, e mi percuota, madre e figliuoli insieme.

Commentario abbreviato:

Genesi 32:11

9 Versetti 9-23

Quando si teme dovrebbe abbondare la preghiera: tutto quel che ci causa timore va messo sotto le nostre ginocchia, cioè davanti al nostro Dio. Giacobbe aveva prima visto le sue guardie angeliche, ma in questa prova si rimise a Dio, non ad essi, sapendo che essi sono i suoi servitori, Ap. 22:9. Non ci può essere modello migliore di vera preghiera se non questo. C'è qui un riconoscimento grato dei favori precedenti immeritati, una umile confessione di indegnità, una dichiarazione delle proprie paure e dei propri guai, un totale affidamento al Signore e un riporre ogni speranza in Lui. Ciò che di meglio possiamo dire a Dio in preghiera è quello che Egli ha detto a noi. Così egli fece del nome del Signore la sua forte rocca e non poteva che essere al sicuro. La paura di Giacobbe non lo fece cadere nella disperazione, né la sua preghiera lo fece abusare della clemenza di Dio. Dio risponde alle preghiere insegnandoci a mettere ordine ai nostri affari giustamente. Per rappacificarsi con Esaù, Giacobbe gli inviò un dono. Non dobbiamo mai disperare di riconciliarci con quelli molto arrabbiati con noi.

Riferimenti incrociati:

Genesi 32:11

Ge 18:27; 2Sa 7:18; Giob 42:5,6; Sal 16:2; Is 6:5; 63:7; Dan 9:8,9; Lu 5:8; 17:10; 2Co 12:11; 1Ti 1:12-15; 1P 5:5; 1G 1:8-10
Ge 24:27; Sal 8:5
Ge 24:27; 28:15; Sal 61:7; 85:10; Mic 7:20
Ge 28:10,11; Giob 8:7; Sal 18:35
Ge 32:5,7; 30:43; De 8:18; Sal 18:35; 84:7; Giob 17:9; Prov 4:18

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